Per un mondo senza carceri

Il Brasile e la realtà carceraria

Il Brasile nell’attuale scena mondiale sta attraversando una triplice crisi: pandemica, economica e politica ed è il terzo paese al mondo per numero di carcerati dopo Cina e Stati Uniti.

I numeri ufficiali parlano di circa 900.000 carcerati, ma probabilmente sono molti di più. Le donne sono circa 75.000, in crescita del 700%.

La realtà delle carceri in Brasile è drammatica: mancano servizi basilari come l’assistenza medica, il rispetto delle norme igieniche, un’alimentazione sana, per non parlare del sovraffollamento che è diretta conseguenza del controllare la povertà, le diseguaglianze e i problemi sociali che ne derivano, attraverso la carcerazione.

Molti dei carcerati sono giovani, neri, persone ai margini della società con famiglie destrutturate, molti dei quali avrebbero dovuto essere soltanto oggetto di politiche sociali.

Il traffico di droga è tra le principali cause che portano al carcere e l’aumento delle donne deriva dal fatto che sono spesso usate come mule per trasportare droga o sostituiscono il marito nel narcotraffico

Il carcere, per di più in condizioni disumane, aumenta la violenza invece di rieducare.

La Pastorale Carceraria Nazionale

In questo scenario di violazione della dignità del detenuto/a, mancanza di rispetto per le norme costituzionali del paese e delle dichiarazioni internazionali dei Diritti Umani, di cui il Brasile è firmatario, una delle voci di questa minoranza è la Pastorale Carceraria che opera con la popolazione carcerata: è la voce che assicura il minimo supporto garantito dalla legge, l’accesso alla giustizia e ad un processo legale e equo.

Nelle carceri del Brasile non esiste la figura del cappellano, la pastorale carceraria è realizzata dal laici/e religiose/i che periodicamente visitano i penitenziari nei ventisette stati del Brasile e che nel tempo si sono conquistati credibilità e godono della fiducia dei detenuti e delle loro famiglie.

È attraverso questa rete che si è arrivati ad organizzare le famiglie in associazioni, coinvolgendole e rendendole protagoniste del progetto “Un Mondo senza carcere” e realizzando insieme l’Agenda per la scarcerazione che ha individuato in alcuni punti i dieci comandamenti della pastorale carceraria, nella convinzione che il carcere è il sistema di tortura dei tempi moderni per il controllo della società verso chi sta al margine.

Il documento abbraccia i temi cruciali del sistema carcerario e avanza alcune richieste:

  • limitare il carcere preventivo
  • sospendere i fondi destinati ad aumentare le strutture carcerarie
  • divieto di privatizzazione del sistema
  • rispetto per i diritti dei carcerati all’istruzione e a una vita dignitosa
  • prevenzione e lotta contro la tortura
  • smilitarizzazione
  • carceri aperti

Oggi di fatto alle persone della a Pastorale carceraria viene sempre più proibito l’ingresso nelle carceri con la scusa che è pericoloso a causa delle fazioni criminali che potrebbero fare loro del male. In realtà anche i gruppi criminali rispettano gli agenti della pastorale carceraria.

La Pastorale Carceraria riafferma la sua bandiera di lotta “PER UN MONDO SENZA CARCERE”: non è utopia credere in un mondo senza carceri; utopia è credere nel sistema di carcerazione di massa quale mezzo unico e sistematico di soluzione del conflitto sociale e personale.

Gli strumenti per tessere un mondo senza carceri e l’obiettivo principale

Papa Francesco nella enciclica “Fratelli tutti” invita ad “agire affinché di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia che non si limiti alle parole”  ( FR 6) e chiede di promuovere una trasformazione effettiva della società  e di  “riconoscere, garantire e ricostruire concretamente la dignità, spesso dimenticata o ignorata dei nostri fratelli” promuovendo percorsi di riconciliazione che superino i conflitti e la povertà che portano alla violenza e quindi al carcere.

Il Progetto “Tessendo un mondo senza carceri” nasce sulla scia di queste convinzioni e ha come obiettivo una trasformazione sociale che si ispira alla Giustizia restaurativa e alla Scuola del Perdono e Riconciliazione del Progetto EsPeRe.

La Pastorale Carceraria, ha assunto la Giustizia restaurativa come uno dei mezzi per rafforzare la fraternità, assicurare l’ascolto della persona nella sua storicità, garantendo che lo stato non trascuri la vita che è sotto la sua custodia.

L’obiettivo è quello di formare agenti della pastorale carceraria per realizzare circoli con i familiari di carcerati al fine di sostenere una cultura della giustizia, della pace e del dialogo, al fine di superare i conflitti e costruire fraternità e amicizia sociale. Un impegno importante perché gli stati da seguire sono 27.

Le attività: cosa è stato fatto e dove

La Pastorale Carceraria Nazionale, con lo strumento della Giustizia Restaurativa, ha formato vari agenti di pastorale carceraria in tutto il Brasile. Questa priorità è una risposta al grido della popolazione carcerata e degli agenti della Pastorale Carceraria che si sono trovano isolati specie nel periodo della pandemia, soggetti a privazioni e torture di ogni genere.

La Pastorale Carceraria Nazionale ha firmato un trattato di collaborazione con la Facoltà Madalena Sofia e con l’Istituzione Moinho de Paz, João Maria, che ha permesso l’accesso a:

  • strumenti di giustizia restaurativa, comunicazione non violenta, perdono e auto-perdono, dimensioni della misericordia e della compassione;
  • trattamento terapeutico a oltre 35 persone, tra cui agenti di Pastorale Carceraria e persone sopravvissute al sistema carcerario (ex detenuti/e) che necessitano di sostegno per sanare le ferite ed i traumi causati dalle punizioni fisiche e psicologiche di un sistema fortemente punitivo e torturante. In questi casi, il principio normativo e fondante (ed anche l’obiettivo finale) é la risocializzazione di queste persone.

La Pastorale Carceraria Nazionale, durante la pandemia ha assicurato la formazione e l’accompagnamento psicologico e spirituale, anche attraverso corsi/laboratori guidati dalla metodologia “teoria – esperienza – pratica”.

La formazione e l’accesso alla metodologia hanno riguardato finora (anno 2021) circa 800 persone, tra agenti della Pastorale Carceraria ed ex carcerati/e.

Ad oggi, gli Stati oggetto della formazione sono: RIO GRANDE DO NORTE; PARANA; MINAS GERAIS; MARANHÃO; RIO GRANDE DO SUL; CEARÁ; RIO DE JANEIRO; BAHIA; AMAPA; PARA; PARAÍBA; SÃO PAULO; SANTA CATARINA; PERNAMBUCO; GOIÁS; MATO GROSSO DO SUL; PIAUI; ESPÍRITO SANTO; ALAGOAS; DISTRITO FEDERAL; AMAZONAS; MATO GROSSO; RORAIMA.

Contributo di Impegnarsi Serve nell’anno 2021: € 5.000

Impegnarsi Serve

info@impegnarsiserve.org

Impegnarsi Serve Onlus è un'organizzazione di volontariato e insieme ai suoi volontari opera in Italia e in numerosi paesi del mondo

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