
L’EMERGENZA
Il Rapporto Mondiale sulle Migrazioni 2024 dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha rilevato che nel mondo erano 281 milioni i migranti, di cui 117 milioni in movimento a causa di conflitti, violenze e disastri. Sulle migrazioni incidono anche le 52 guerre presenti in tutto il mondo, oltre alle tante situazioni di tensione in varie parti del pianeta. Il numero di migranti forzati è aumentato in modo vertiginoso, ed è passato da 20 milioni del 2000 a 120 milioni di maggio 2024.
In Africa negli ultimi 2 anni la situazione è diventata particolarmente critica a seguito della guerra in Sudan con milioni di persone in fuga verso i paesi vicini. La rotta verso il Marocco è preferita pur di evitare la Libia dove sono spesso maltrattati nelle carceri e vittime di ogni genere di abusi.
OUJDA E L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI
La città di Oujda si trova nella parte orientale del Marocco a15 km dal confine con l’Algeria e vicina al mare mediterraneo.
La Parrocchia di Saint Louis da più di otto anni è aperta all’accoglienza dei migranti, anche grazie alla sua posizione geografica strategica, trovandosi in un punto nevralgico del passaggio del flusso di migranti in arrivo dal Sahara.
Le persone in fuga hanno continuato a crescere anche a seguito della guerra in Sudan. Nel centro di accoglienza di Oujda negli anni 2020-2023 i migranti erano una media di 2000 persone all’anno, nell’anno 2024 sono state accolte 4.857 persone di cui il 20% sono minori non accompagnati, donne e bambini.
L’attraversamento del confine algerino per giungere a Oujda è spesso un’esperienza difficile che lascia i migranti fisicamente e psicologicamente esausti, senza risorse e senza i loro effetti personali, a volte feriti.
CONTESTO DI INTERVENTO
È qui che operano i missionari della Consolata, presenti da circa cinque anni in questa missione, impegnati nell’accoglienza, ma anche nell’ integrazione dei migranti nella nuova società, promuovendo il rispetto reciproco e il dialogo interculturale, focalizzandosi non solo sull’accoglienza d’emergenza, ma anche sulla formazione professionale e la salute per non parlare dell’assistenza legale per navigare nelle complessità dei processi migratori, incluso l’ottenimento al diritto d’asilo.
Per chi arriva ci sono tre possibilità: andare in Europa, ma pochissimi riescono; rimanere in Marocco, ma anche ottenere i documenti per lavorare è complicato; oppure ritornare al proprio paese, ma non è semplice.
Il centro di accoglienza si confronta ogni giorno con le diverse richieste di sostegno. Tante sono le collaborazioni attive per sostenere i migranti e rifugiati e le iniziative e servizi volti ad aiutare le numerose persone che si spostano da un paese all’altro; alcuni si fermano pochi giorni, altri settimane oppure anche mesi, specie i minori.
IL PROGETTO
In questa emergenza Impegnarsi Serve sostiene
- Supporto di prima necessità – spese alimentari (5.000 €)
- Cura delle persone con l’acquisto di 3 lavatrici di 14 Kg (2.100 €)
- Supporto alla reintegrazione sociale attraverso il sostegno a tre microprogetti imprenditoriali presentati dai ragazzi del centro che hanno deciso di fare il rientro volontario nel loro paese di origine (2.900 €)
Il primo ragazzo ha 25 anni, sogna di realizzare un’officina di saldatura in Cameroun e ha bisogno di circa 1.400 € per comprare gli strumenti di lavoro. Altri due ragazzi sono della Guinea Konakry e vogliono aprire un negozietto alimentare. Ciascuno di loro ha chiesto circa 1.000 euro per iniziare, l’equipe missionaria ha valutato la richiesta e approvato un contributo di 750 € ciascuno.
COSTO
Il costo complessivo del progetto è di 10.000 €.
REFERENTE IN LOCO
Referente del Progetto: P. Edwin Osaleh, missionario della Consolata.
PROGETTO APERTO