
PER UN MONDO SENZA CARCERI
CONTESTO
Il Brasile è il terzo paese al mondo per numero di carcerati dopo Cina e Stati Uniti. I numeri ufficiali parlano di circa 900.000 carcerati, ma probabilmente sono molti di più. La realtà delle carceri in Brasile è drammatica. È un sistema fortemente punitivo, in cui alle torture fisiche si aggiungono condizioni di trattamento degradanti e disumane: sovraffollamento, cattiva alimentazione, scarsa cura della salute, pessime condizioni di vita. Molti dei carcerati sono giovani, neri, persone ai margini della società con famiglie destrutturate, molti dei quali avrebbero soltanto bisogno di politiche sociali adeguate.
IL SOGNO
In questo scenario, una delle voci che si leva a difesa dei diritti dei detenuti è la Pastorale Carceraria, che assicura il minimo supporto garantito dalla legge, l’accesso alla giustizia e ad un processo legale ed equo. Uomini e donne, sia laici, sia religiosi, visitano periodicamente i penitenziari nei ventisette stati del Brasile: nel tempo si sono conquistati credibilità e godono la fiducia dei detenuti e delle loro famiglie.
È attraverso questa rete che si è arrivati ad organizzare le famiglie in associazioni, coinvolgendole e rendendole protagoniste del progetto “Un Mondo senza carcere”, che ha come obiettivo una trasformazione sociale che si ispira alla Giustizia restaurativa e alla Scuola del Perdono e Riconciliazione. Un sogno, quello di “un mondo senza carceri”, nato 15 anni fa, che vede il perdono come chiave per spezzare i circoli viziosi della violenza e in cui le Scuole del Perdono e della Riconciliazione offrono un percorso per aiutare persone offese da diversi tipi di violenza a guarire le ferite, trasformare la memoria, generare pratiche riparatrici e ritrovare la fiducia.
IL PROGETTO
Il progetto si propone di formare operatori della pastorale carceraria per realizzare circoli con i familiari dei carcerati al fine di sostenere una cultura della giustizia, della pace e del dialogo, al fine di superare i conflitti e costruire fraternità e amicizia sociale, ispirandosi alla Giustizia riparativa in alternativa a quella punitiva.
OBIETTIVI SPECIFICI
Il fine è la formazione a livello nazionale di operatori della pastorale carceraria esperti in Giustizia Riparativa e Scuola di Perdono e Riconciliazione, che realizzino circoli a vari livelli: tra i detenuti, tra persone in carcere, loro familiari ed ex carcerati e infine tra familiari di persone in carcere e sopravvissuti al sistema carcerario.
Il progetto garantisce anche la presenza di un consulente, assunto per 20 ore settimanali, che facilita il coordinamento su tutto il territorio in collaborazione con gli operatori di Pastorale Carceraria.
COSTO
Impegnarsi Serve ha sostenuto il progetto a partire dal 2021 con un contributo annuo di 5.000 euro e intende continuare anche nel corso del 2025.
REFERENTE IN LOCO
Referente del Progetto: p. Gianfranco Graziola, missionario della Consolata e membro del coordinamento nazionale della Pastorale Carceraria del Brasile
RINGRAZIAMENTO A IMPEGNARSI SERVE
Il grande risultato di tutti questi anni è l’aver dato vita ad un processo sociale collettivo che sta arrivando alle più svariate istituzioni e particolarmente al mondo della giustizia e questo ha provocato uno scossone tale che difficilmente si fermerà e che attualmente vive una grande effervescenza che porterà a quello che è il nostro sogno: un mondo senza carceri.
Come Pastorale Carceraria del Brasile esprimiamo il nostro grazie a Impegnarsi Serve per il grande e generoso apporto che ha dato e che continua a dare al progetto.
PROGETTO APERTO